Categorie
RECENSIONI

Recensione ” IL TEMPO DEGLI DEI” di Giovanni Magistrelli a cura di Letizia Rossi


Fine Seconda guerra mondiale. L’umanità si prepara a un nuovo inizio, fatto di pace e speranza.
Ásgarðr, Regno eterno. Il pantheon degli dei norreni è riunito dal sovrano, Óðinn, per punire gli Æsir che hanno agito dietro il conflitto su Miðgarðr, la Terra. Loki, Baldr, Týr e Thòrr vengono esiliati tra i mortali.
Roma. Sotto la Basilica di San Pietro, il reverendo Giulio Viola guida un’organizzazione segreta di sensitivi, che percepiscono l’arrivo sulla Terra dei quattro Æsir esiliati. La scoperta fa entrare in gioco, oltre al Vaticano, le guide religiose delle principali religioni monoteiste, ciascuna a difesa di dogmi millenari.
In un susseguirsi di colpi di scena, da Dubai a Roma, da Teheran a Las Vegas, ognuno dovrà fare i conti con la propria coscienza, alla ricerca della verità assoluta. Perché, ormai, è giunto Il tempo degli dei.


Proviamo ad immaginare per un momento una realtà parallela, dove le tre principali religioni monoteistiche siano solo una copertura e a governare il nostro mondo e il cosmo intero siano delle divinità, da sempre relegate a misere figure mitologiche e di fantasia. E immaginiamo che, dopo secoli di libero arbitrio, queste divinità decidano di palesarsi e spazzare via tutti i falsi “credo”, imponendosi come sovrani assoluti della Terra e dei suoi abitanti.
È questo lo scenario, fantastico e per certi versi apocalittico, dipinto da Giovanni Magistrelli nel suo nuovo libro, “Il tempo degli Dei”. Gli dei a cui si fa riferimento nel titolo sono quelli, magnifici e terribili, della mitologia norrena. Thorr, Loki, Baldr, Ullr, Tyr, le dee Frigg, Syf e su tutti lui, il creatore dei Nove Mondi: Odinn.

La vicenda si svolge tra Asgard, dimora degli dei, e Midgard, nome norreno con cui si indica il pianeta Terra. I capitoli non hanno titolo o numero: riportano semplicemente il nome dell’uno o dell’altro mondo, a seconda di dove sia ambientata l’azione. Come a ricordarci, anche attraverso questo espediente, che in realtà il punto di vista rimane sempre ad un livello superiore al nostro: quello di Odinn e dei suoi figli.

È stata una strana sensazione, per me, leggere questo libro, perfettamente conscia del fatto che sia un racconto di totale fantasia ma, nonostante questo, trovarmi a immaginare come l’intervento radicale e improvviso di entità superiori a noi potrebbe cambiare il nostro destino. Sarebbe tutto più facile: come quando un genitore arriva a soccorrere il suo bambino in difficoltà, immediatamente risolve la situazione nel modo migliore e, in un attimo, arriva il sollievo a ogni pena.
Perché in fondo è questo ciò che vorrebbe fare Odinn: privare l’essere umano del libero arbitrio e, in tal modo, sollevarlo dalle conseguenze delle sue azioni, intervenendo in modo diretto sugli avvenimenti terreni ed evitando così che l’umanità distrugga se stessa e trascini tutta la creazione del padre degli Dei verso l’annientamento (il Ragnarok). E per ottenere tutto ciò, egli ricorrerà a soluzioni terribili ma, allo stesso tempo, salvifiche e volte a un esito positivo. Leggendo, troverete descritte alcune situazioni che, se davvero si verificassero, imporrebbero all’istante la pace in tutto il mondo e forse vi sorprenderete a pensare, come me, un velato e imbarazzato “magari fosse vero…”.

Ma se da un lato reca quasi sollievo l’idea che, in un solo batter di ciglia, un’entità superiore a noi possa risolvere conflitti e problemi che affliggono l’intera umanità, dall’altro si genera il pensiero che, se davvero si verificasse un’eventualità simile, quell’intera umanità sarebbe assoggettata a un volere che non lascerebbe spazio alla libertà, rendendola a tutti gli effetti suddita di un dio-dittatore. È difficile accettare il fatto che il libero arbitrio abbia portato l’uomo a compiere azioni terribili e, troppo spesso, devastanti per se stesso e il pianeta; eppure, allo stesso modo, proprio grazie ad esso abbiamo fatto enormi conquiste intellettuali, scientifiche, civili. Attraverso una storia di pura fantasia, è un po’ come se l’autore ci ponesse di fronte a tale quesito: saremmo disposti a rinunciare alla libertà in nome di un bene (e di una volontà) superiore? O vale comunque la pena essere liberi, anche se ciò significa assumersi la responsabilità delle proprie scelte, nel bene e nel male, affrontando le conseguenze delle azioni compiute? Io credo che Magistrelli abbia una sua risposta, che si potrà comprendere una volta arrivati alla fine del libro. È stato interessante, mentre scorrevo tra le pagine, rendermi conto di come il pensiero viaggiasse parallelamente, seguendo la trama e contemporaneamente il filo della riflessione su questo argomento.

C’è un’altra delicata questione che viene trattata in questo libro: il ruolo politico della religione. I veri imputati chiamati al banco non sono i classici “cattivi” ma i quattro principali capi religiosi, responsabili di aver nascosto per millenni la verità (cioè Asgard) con l’intento di guidare i popoli e influire sugli equilibri politici ed economici dell’intero pianeta. Chiaramente siamo nell’elemento fantastico e sappiamo che Odinn e la sua stirpe sono figure mitologiche. Tuttavia, non si può negare che in nome di Dio/Allah, nel corso dei secoli e fino ai giorni nostri, si siano combattute innumerevoli guerre, siano stati compiuti atti grandiosi e al tempo stesso terribili; molte scelte politiche sono state condizionate dalla fede, così come è accaduto per la cultura e le usanze. Che siamo credenti, atei o agnostici, è impossibile negare che le religioni monoteiste (cristianesimo, ebraismo e islamismo) abbiano da sempre avuto enorme influenza sull’umanità.
Anche questo è uno spunto per riflettere. In un certo senso è come se il ritorno degli Dei di Asgard sulla Terra costringesse a spazzare via tutti i falsi dogmi, i compromessi e le sovrastrutture per tornare all’origine, alla fede autentica e, con essa, anteporre la salvezza dell’umanità agli interessi materiali. Ed è questa, in fondo, l’essenza profonda della religione, intesa come spiritualità.

Anche in questo suo ultimo lavoro, Giovanni Magistrelli si dimostra scrittore talentuoso  e consapevole. Magistrelli domina la scrittura e, con uno stile asciutto ma al tempo stesso ricco e curato, la pone al servizio della storia che si appresta a raccontarci. L’intreccio è lineare, senza cambi di scena improvvisi e frenetici, tanto che a volte si ha l’impressione di essere di fronte a una sorta di “fermo immagine”. Nonostante questo, il ritmo e la tensione sono sempre sostenuti e in perfetto equilibrio, in un crescendo progressivo sapientemente orchestrato. Ennesima prova, questa, della maturità e della bravura dell’autore.

Una gradita conferma, quindi, questo “Tempo degli Dei”. Ne consiglio la lettura agli amanti del fantasy e a chi si appassiona agli intrecci in cui si mescolano politica e religione.

 

Recensione a cura di Letizia Rossi

 

Lascia un commento